Stile del viaggio

È possibile ancora oggi vivere il viaggio in “Terra Santa” (ma a me piace chiamarla “Terra del Santo”…) con lo spirito degli antichi pellegrini mettendo in secondo piano tutto ciò che sa di turismo, anche religioso, e puntando sull’essenzialità del pellegrinaggio, la riscoperta di una dimensione di fiducia itinerante, la centralità della Parola di Dio e della terra che l’ha generata? Devo dire sinceramente che non sono tante oggi le proposte in tal senso…

Questo sito e la mia scelta di essere “pellegrino della Terra e della Parola” vanno in questa direzione e si propongono di far conoscere queste iniziative perché si diffonda un nuovo modo di “andare in Terra Santa”, più rispettoso della spiritualità dei luoghi, più attento alla storia e alle ferite dei popoli che ci abitano, più capace di mettere al centro la Bibbia e la sua lettura globale “sulla terra”.

La proposta di “lettura itinerante della Bibbia nella terra del Santo”, in spirito di essenzialità e autogestione, ha una storia relativamente breve – risale agli anni 60 – ed è stata sperimentata finora da diversi ordini religiosi e diocesi: i Domenicani di J. Fontaine, i gesuiti di Rossi De Gasperis e Cesare Geroldi, i Dehoniani, alcuni preti della diocesi di Verona, di Fiesole e di Anversa, e probabilmente anche altre realtà che non conosco. Ci si muove con pulmini noleggiati per essere maggiormente liberi nell’itinerario, in tenda e sacco a pelo per riscoprire l’essenzialità e la precarietà del cammino nel deserto e ripercorrere così alcune tappe della storia della salvezza del popolo di Dio, Israele. L’approccio ai luoghi santi non è devozionale, né santuaristico, nella consapevolezza che tutta la terra di Israele-Palestina è stata scelta e visitata da Dio per rivelarsi e incarnarsi. Anche un bel paesaggio o un canion possono parlare dal cuore dell’Antica Rivelazione al cuore dell’uomo di oggi che ha sete e fame di Infinito. Raggiungere poi i luoghi di Gesù, non come prima tappa del viaggio ma come frutto di un cammino che ripercorre le svolte e le figure fondamentali della storia della salvezza (creazione, chiamata, liberazione, Abramo, Mosè, Gedeone, Davide, Giosìa…), tutte attraversate dagli eterni “perché?” della vita, è un modo concreto per comprendere anche meglio quell’unica ed eterna Alleanza nella quale anche noi cristiani siamo innestati (come l’olivastro nell’olivo buono, per usare l’immagine di San Paolo in Romani 9-11).

Cosa lascia questo viaggio-esperienza? Sicuramente un forte coinvolgimento da parte dei partecipanti (non più di 15-20 per volta) necessario per creare un clima di fraternità e far “funzionare” il gruppo, ma anche l’impressione che la Parola letta e meditata nel suo ambiente naturale sappia scavare profonde vene di senso nel proprio cuore e accendere la curiosità esistenziale di continuare a cercarle nella propria quotidianità.

La Bibbia appare non più come un soprammobile da spolverare nelle grandi occasioni, ma un compagno che diventa sempre più familiare, a cui si possono associare luoghi e scenari ben precisi. Ecco, ad esempio, la testimonianza di una signora cinquantenne che ha partecipato recentemente al pellegrinaggio: «Ho vissuto giorni indimenticabili con tutti voi. Ogni difficoltà sembrava sempre facilmente superabile con l’incoraggiamento del gruppo. Le fragilità occasioni preziose per crescere e avere meno paura. A casa, in questi giorni tenevo la Bibbia vicino a me, per la prima volta nella vita, una sensazione di alleanza con quel Libro. Sono i miracoli di questo viaggio».

Devo dire sinceramente che non mi interessa “fare pubblicità” di questa proposta nel senso comune del termine… anzi temo un’eccessiva risonanza che può indurre altri a decidere in futuro di partecipare senza valutare bene se ci si sente “pronti”. Le cose belle viaggiano con le proprie gambe e questo articolo è solo per segnalare che questa possibilità nuova di visitare la Terra del Santo esiste, che si può tenerla nel cuore e lasciare che maturi in una decisione consapevole. Solo allora sarà il tempo di fare la valigia e di allargare lo spazio della propria tenda alle novità che si stanno già preparando per noi.

Shalom! Luca Buccheri