Vi arriveranno decine di biglietti di auguri anche quest'anno, crisi o non crisi. Non so voi... a me cominciano a stufarmi. Li sento sempre più estranei a quello per cui dovremmo fare festa. Perdonate me e la Parrocchia dell'Invisibile se anche questo messaggio occuperà lo spazio virtuale di una mail e un minuto di prezioso tempo natalizio. Se siete già al limite... non andate oltre nella lettura, anzi vi invito a cestinarlo subito. Olè. Però vi dico anche che questo è un tentativo di auguri in "contromano", possibilmente per demolire quel Natale.
Si riempiranno le tavole di panettoni, spumanti, regali, una insopportabile quanto stucchevole aurea di bontà e forzata felicità blinderà gli incontri, le adunate familiari, le relazioni anche occasionali. "Buon Natale!" almeno per un giorno ci sentiremo capaci di varcare le frontiere del buon vicinato, addirittura il muro del saluto agli estranei incontrati mentre si fa la spesa o si acquista l'ultimo inutile regalo. Poi tutti a messa a consumare un rito, una semplice tradizione, perchè... "almeno a Natale bisogna andare!".
Io cercherò, mi impegnerò a non fare regali. Ce la metterò tutta per cercare solo di riceverli. Si... cercherò di prepararmi al meglio per ricevere quanti più regali la Vita ha intenzione di farmi, a Natale e ogni giorno dell'anno.
E se proprio un regalo vorrò fare, sarà quello di visitare un ammalato e di sostenere un povero, di aiutarli a sentirsi utili e non un peso per la società. Regalerò loro un seme. Perchè lo piantino, lo annaffino, preparino una buona terra, se ne prendano cura e seguano il suo sviluppo, per tutto il tempo che è loro concesso, sapendo che i tempi non li decidiamo noi.
Un regalo vivo, questo voglio fare. Un regalo che nasca, cresca, respiri, si nutra, abbia bisogno di qualcun altro che si prenda cura di lui, che trovi i suoi spazi, che muoia... il tempo non lo decidiamo noi.
Voglio che il mio regalo di Natale quest'anno sia il lasciare spazi vuoti. "Non c'era posto per lui nell'alloggio" dice il Vangelo. Perchè nel pieno non nasce niente. Nemmeno Lui. Bisogna fare vuoto dentro e fuori di noi, come un utero, per poter accogliere i doni della Vita. La Vita non viene ad abitare in noi se non creiamo spazi di accoglienza. E dunque non partoriamo nulla.
Regalerò un seme. Credo che sia il regalo più bello. Confido che sia accolto come un piccolo tesoro da custodire.
Sincerissimi ControAuguri di Natale a tutti!
Luca e la sgangherata PaRROcchiA DELL'iNVISIbilE
Cosa potrò mai portare
con un fagottino annodato di lino?
un torsolo di vita vissuta
con semi da spargere in terra
una fetta di pane spezzato
un dolce di casa
lavanda che profuma la notte
lo lascio in silenzio
sentendo il respiro che porta il domani
deposto in una umile culla.
Cosa potrai mai portarci piccolo amore
nel mondo? (Monica Rovatti)